Yael Bartana - Join the movement!

And Europe will be stunned

INTERVISTE

Jews, fewllow countrymen, people, you think the old woman who still sleeps under Rifke's quilt doesn't want to see you? has forgotten about you?
You are wrong, she dreams about you every night, dreams and trembles with fear, since the night you were gone and her mother reached for your quilt, she has had nightmares, bad dreams. Only you can chase them away. Let the three milion jews, that Poland has missed, stand by her bed and chase away the demons,return to Poland, to your country
[Slawomir Sierakowski gives a speech at the Warsaw Stadium - Mary Koszmary, 2007]


with one religion we cannot listen,
with one color we cannot see,
with one culture we cannot feel,
without you we can't even remeber,
Join us, and Europe will be stunned!

[JRMIP Manifesto]

Yael Bartana, Zamach [Assassination], 2011, ph. Marcin Kalinski

In bilico sul confine ambiguo tra fiction e realtà, il lavoro di Yael Bartana investiga l’idea di casa, di identità, di ritorno, analizza il senso di appartenenza a una nazione, e meglio ancora, a una comunità.

Attraverso l’esplorazione delle dinamiche geo-politiche medio orientali – così come accade nel video A Declaration, 2006 - dei simboli culturali e dei riti di socializzazione – come in Kings of the Hill, 2003, il lavoro di Yael Bartana spesso intreccia la storia e la politica israeliana senza tuttavia imprigionare la propria pratica all’interno dei suoi confini.

In tutta la sua Polish Trilogy – a partire dal 2006 e fino ad Assassination, il video presentato alla Biennale di Venezia in rappresentanza della Polonia – l’artista ha allargato lo spettro della sua investigazione, atterrando in Europa e proponendo – tra retorica, fiction e populismo – il ritorno di oltre tre milioni di ebrei in Polonia: un'utopia o forse una possibile soluzione all’occupazione dei territori palestinesi?

Tenendo in considerazione lo strisciante e storico antisemitismo polacco e la storia dell’Olocausto, il terreno concettuale ma anche emotivo in cui si muove è piuttosto scivoloso. Quando Slawomir Sierakowski – il protagonista del suo primo film ma anche il fondatore del circolo Krytyka Polityczna – auspica il rientro di oltre tre milioni di ebrei in Polonia, per chi si preannuncia come un incubo questa possibilità? Per i polacchi o per gli ebrei? Si tratta di programma serio, reale?

Yael Bartana, Mary Koszmary, pellicola super 16 mm a un canale trasferito su video, 2007.

Oltre alla trilogia, Yael Bartana ha fondato un movimento, il JRMIP - The Jewish Renaissance Movement in Poland attraverso il quale invita le persone ad abbracciare un programma politico che aiuti a riscrivere la storia non solo da una prospettiva ebraica quanto piuttosto multiculturale.

Per Radio Papesse, Lorenzo Fusi ha incontrato Yael Bartana e Galit Eliat – uno dei curatori del padiglione polacco: è la prima volta nella storia della Polonia che un artista di nazionalità diversa rappresenti il paese a Venezia e forse, considerando tutto, non è nemmeno troppo casuale che durante l’intervista, Galit Eliat riceva una chiamata inaspettata da un giornalista con una velina dell’ultimo minuto. Il Ministro della Cultura di Israele, in visita alla Biennale, ha comunicato che non visiterà il padiglione polacco...per sapere come è andata davvero, buon ascolto!

Yael Bartana, Mur i wie [wall and tower], RED transferred to HD, 2009, ph. Magda Wunsche & Samsel.  

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