Giorgio Andreotta Calò

Gerarchie Orizzontali

INTERVISTE

Per ogni lavoratore morto è la concretizzazione di un percorso di ricerca condotto da Giorgio Andreotta Calò tra le vie di Carrara - cittadina dei lavoratori del marmo - e gli anfratti delle cave circostanti trasformate nei secoli in voragini tanto profonde da incutere una paura irrefrenabile. È tra questi due poli del contesto carrarese che l'artista porta a termine un lavoro processualmente complesso, sviluppato non solo in tempi diversi, ma anche in luoghi distanti l'uno dall'altro. [Mara Ambrozic sul lavoro di Andreotta Calò alla XIV Biennale di Carrara]

L'impatto emotivo del lavoro è forte; per vederlo bisogna entrare in una chiesa abbandonata nel centro storico di Carrara: calcinacci sul pavimento, piccioni che entrano ed escono dall'apertura dove una volta era il rosone, il rumore del fiume che rimbomba sulle pareti spoglie della chiesa e al centro dello spazio un blocco di marmo. Esposto come se fosse un feretro a cui rendere omaggio.

Per ogni lavoratore morto è un monumento funebre ma è anche una riflessione sul lavoro, sul rapporto con la natura, con il territorio e con l'arte.

Giorgio Andreotta Calò, Per ogni lavoratore morto, 2010, marmo di Carrara, installation view. Postmonument, XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, Carrara.

Giorgio Andreotta Calò è nato a Venezia nel 1979, vive e lavora tra Amsterdam e Venezia. Ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Venezia e  presso la Kunsthochschule di Berlino (2003-2004). Dal 2001 al 2003 e nel 2007 è stato assistente di Ilya e Emilia Kabakov. 

La musica che accompagna l'intervista è felk di nunun pubblicata dalla netlabel acustronica. La sigla di Speciale Carrara è l'Internazionale suonata dal carrillon dell'installazione di Nemanja Cvijanovic per la XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara. Lo speciale di Radio Papesse dalla Biennale di Carrara è stato realizzato grazie al supporto logistico di Maddalena Fossombroni, Pietro Torrigiani e Castello in Movimento al castello Malaspina di Fosdinovo.

 

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