Ragnar Kjartansson - The End

INTERVISTE

The lowest circle of hell. Contrary to prevailing opinion, it is inhabited neither by despots nor matricides, not even by those who go after the bodies of others. It is the refuge of artists, full of mirrors, musical instruments, and pictures. At first glance this is the most luxurious infernal department, without tar, fire, or physical tortures.

Throughout the year, competitions, festivals, and concerts are held here. There is no climax to the season. The climax is permanent and almost absolute. Every few months new trends come into being and nothing, it appears, is capable of stopping the triumphant march of the avant-garde.

 

Beelzebub loves art. He boasts that already his choruses, his poets, and his painters are nearly superior to those of heaven. He who has better art has better government – that’s clear. Soon they will be able to measure their strength against one another at the Festival of the Two Worlds. And then we will see what remains of Dante, Fra Angelico, and Bach.
 

Beelzebub supports the arts. He provides his artists with calm, good board, and absolute isolation from hellish life. 

Zbigniew Herbert in What Mr. Cogito Thinks About Hell
. [Ragnar Kjartansson]

Ascoltano La Sagra della Primavera di Stravinsky, A Day in the life di Wes Montgomery, Festina Lente di Arvo Part, Bob Dylan e Nico. Leggono Zbigniew Herbert, Casanova e T.S. Eliot. Bevono birra e fumano sigarette. Nulla è lasciato al caso e nel pieno rispetto del cliché dell'artista romantico, trascorrono le giornate - fino a novembre - a dipingere. Nello specifico, a Palazzo Michiel del Brusà - sede del Padiglione Islandese - Ragnar Kjartansson ritrae un giovane uomo in costume da bagno. A fare da sfondo il Gran Canale e Venezia, quanto di più decadente possa esserci nel serbatoio dell'immaginario romantico.

Si tratta di The End, la performance di sei mesi che tra prevedibilità e loop - Kjartansson realizzerà un quadro al giorno, con lo stesso soggetto in costume - sospensione del reale, finzione e tragicomico senso dell'esperienza umana, mette in discussione non solo il concetto di fine - e i riferimenti all'attuale crisi economica islandese non sono casuali - ma anche il machismo e la mascolinità. 

Con Ragnar Kjartansson, incontrato nel suo "studio" veneziano, abbiamo chiesto ragione del titolo, quale sia la ragione di questa fuga semestrale dalla realtà, cosa sia il romanticismo e se possa essere interpretato come fenomeno geografico; abbiamo parlato di finzione, teatro e performance.

La musica che accompagna l'intervista è composta da Kjartansson per il video The End - Rocky Mountains e le arie di Bach e Stravinsky sono state registrate a Palazzo Michiel del Brusà durante le ore di performance.

Ecco alcuni consigli di Ragnar Kjartansson a proposito di nuova musica islandese:

Hjaltalin con l'album Sleepdrunk Session
Olof Arnalds con Vid og Vid 
Retro Stefson con Montana 
Kria Brekkan 

Per saperne di più vi consigliamo un sito molto interessante, Iceland Music Export

 

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