Questa nostra nuova incursione nella musica classica contemporanea è - per la prima volta - interamente dedicato non a un esecutore ma ad un compositore giovane, italiano e donna: Silvia Borzelli.

A Classical Education di questa settimana è strutturato come un vero e proprio concerto a più esecutori. Ecco quindi il programma di sala che si potrà ascoltarlo questa settimana in streaming su Radio Papesse


Martedi 14 giugno
Ore 11.00
Prima parte
Sur-itinéraire (2008-09) | per ensemble - 14.30 ca. Eseguita da Nieuw ensemble
Own pace (amnesia 3) (2011) | per flauto/bass fl., contrabbasso - 11 ca. Eseguita da Co2

Ore 18.00
Seconda parte
Stalagma - Anna Politkovskaja in memoriam (2007) | per piano solo - 4.15 ca. Eseguita da Emanuele Torquati
Amnesìa del paesaggio (2010) | per ensemble - 7.15 ca. Eseguita da ASKO/Schönberg ensemble
Verso amnesìa (2010) | per cello solo con live electronics - 9.40 ca. Eseguita da Romain Dhainaut

Giovedì 16 giugno
Ore 11.00
Prima parte
Stalagma - Anna Politkovskaja in memoriam (2007) | per piano solo - 4.15 ca. Eseguita da Emanuele Torquati
Amnesìa del paesaggio (2010) | per ensemble - 7.15 ca. Eseguita da ASKO/Schönberg ensemble
Verso amnesìa (2010) | per cello solo con live electronics - 9.40 ca. Eseguita da Romain Dhainaut

Ore 18.00
Seconda parte
Sur-itinéraire (2008-09) | per ensemble - 14.30 ca. Eseguita da Nieuw ensemble
Own pace (amnesia 3) (2011) | per flauto/bass fl., contrabbasso - 11 ca. Eseguita da Co2

 

Note della compositrice

Amnesia Cycle 
Senza l’oblio la memoria diventerebbe un luogo saturo. Ciò che mi interessa esplorare o rappresentare attraverso i pezzi di Amnesia Cycle è l’alterazione del sistema di memoria, la perdita o la ri-codifica. Ciò che accomuna i pezzi del ciclo è l’uso della ripetizione nella medio-forma che funziona come percorso reiterato ma ogni volta accidentato, soggetto a deviazioni, interruzioni o incantamenti; ciò che invece li differenzia è l’idea musicale o extramusicale che definisce la materia dimenticata e il suo modo di tendere o di opporsi all’amnesia.

Own pace (amnesia 3), 2011
Pace in inglese è ritmo, passo, velocità, andatura. Flauto e contrabbasso camminano insieme nella codifica e ricodifica continua di un materiale di partenza che rappresenta un frammento di ciò che non si ricorda più. È questo processo di ricodifica che mi interessa: la rielaborazione e la ricollocazione del frammento che non è andato perduto, la sua riduzione o la sua ridondanza. In un manoscritto antico parzialmente distrutto o deteriorato, questo processo di ricodifica permetterebbe di completare l’informazione mancante, mentre in Own pace non è la ricostruzione di ciò che si è perso a essere importante bensì il procedere dei due strumenti verso di essa: senza intralciarsi, lasciano che la loro andatura sia il viaggio e la méta.

Amnesìa del paesaggio, 2010
L’amnesia del paesaggio è un concetto usato in ambito storico-ambientale per descrivere il fenomeno che colpisce la società civile moderna, rea di dimenticare collettivamente certi paesaggi e ambienti col passare del tempo. La mia intenzioni in questo pezzo è focalizzarmi sull’idea dell’amnesia in musica, descrivendo una percorso difficile e frammentato di memoria attraverso interruzioni, ripetizioni e deviazioni.

Verso amnesìa (2010)
In italiano la parola verso ha diversi significati: può voler indicare un moto a luogo, può essere sinonimo di contro, può indicare una strofa di un testo o di una poesia. Immaginiamo quindi questo pezzo come se fosse costruito come un verso (poetico) che va incontro o contro il processo dell’amnesia.

Sur-itinéraire (2008-2009)
In questo brano immagino un viaggio intrapreso da un personaggio musicale che chiamo ego. La sua natura è instabile, contemplativa, è una traiettoria in realtà, piuttosto riconoscibile, che conduce nell’arco dell’intero pezzo, in luogo diversi e contrastanti. Questi luoghi funzionano come meccanismi, come non luoghi della sur-modernité che non instaurano relazione con ego ma da esso si fanno attraversare, divenendo qualcosa di sempre diverso a ogni riemersione.

Stalagma - Anna Politkovskaja in memoriam (2007)
Questo brano nasce dalla necessità di confrontarmi con la morte e la memoria della giornalista russa Anna Politkovskaja (1958- 2006), con le sue parole, le sue azioni e il suo omicidio ancora impunito. Non è un brano celebrativo, piuttosto un modo per riaffermare e amplificare la sua presenza.

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