Green Platform - Arte Ecologia Sostenibilità

Ne parla la curatrice Valentina Genisini

INTERVISTE

Negli ultimi anni il green issue è entrato di prepotenza nelle agende politiche, è stato cavalcato come fenomeno di moda ed è stato abbracciato - più o meno coscientemente - non solo da singoli individui ma anche da imprese paladine delle istanze ambientaliste. Se per queste ultime, in molti casi, si tratta di green washing - di azioni cioè che di facciata promuovono iniziative ispirate da un generale sentimento bio-ecologista, per coprire invece scelte produttive inquinanti - si registrano numerosi casi di iniziative spontanee, di singoli o gruppi di persone che adottano pratiche di vita ambientaliste.

Anche molti artisti, a partire dagli anni sessanta e settanta - dalle esperienze della Land Art alla pratiche sciamaniche alla Beuys - si sono fatti portatori di un pensiero ecologista e negli ultimi anni sono state varie le mostre dedicate ad arte ed ecologia (si ricordi in ordine di tempo Beyond the Green allo Smart Museum di Chicago o Greenwashing alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo). 

Green Platform - Arte Ecologia Sostenibilità, la mostra che si è da poco aperta al Centro d’Arte Contemporanea La Strozzina di Firenze, affronta il tema ecologista a partire dai testi di Gregory Bateson sull'ecologia della mente, di Felix Guattarì sull'ecosofia, di Gilles Clement sul Terzo Paesaggio. Premesse teoriche che inquadrano l'ecologia non solo in ambito strettamente ambientalista ma piuttosto come scienza e somma di discipline che regolano non solo il rapporto tra uomo e natura ma anche i rapporti sociali.

Con Valentina Gensini, curatrice della mostra insieme a Lorenzo Giusti, abbiamo parlato delle pratiche artistiche degli artisti selezionati, della distanza che li separa dai movimenti degli anni settanta, del loro approccio analitico al tema, del legame con le pratiche, le dinamiche e l'estetica di movimenti civili come Critical Mass, Guerrilla Gardening o GreenPeace, dell'impegno non solo speculativo ma anche propositivo, fattivo, militante. E per capire che non si tratta solo di denunce passive basti citare i Futurefarmers, presenti in mostra col progetto Victory Gardens o l'esperienza seminale di Supergas dei Superflex o ancora Alterazionivideo, un collettivo italiano che con il progetto Incompiuto siciliano ha mappato tutti i casi di grandi opere pubbliche incompiute in Italia, censendone dodici solo nel piccolo paese di Giarre, in Sicilia dove gli artisti propongono l'apertura di un ecoparco dedicato all'Incompiuto, come forma di consapevole monumentalizzazione di uno stile che ha influenzato l'estetica e l'economia italiana. 
Abbiamo parlato poi di quegli artisti che si ispirano alle forme e ai modelli di sviluppo della natura, di pratiche artistiche ecosostenibile, di politiche virtuose e di porno-ecologia. 

L'intervista a Valentina Gensini è accompagnata da Like a Child e Homeless Hero di Bufi, segnalato su phlow-magazine.com e scaricabile anche dal sito di Poni Republic. Questa intervista è realizzata nell'ambito del progetto SIR - sistema informativo regionale per l'arte contemporanea. 

Questo sito utilizza cookie per monitorare la tua esperienza di navigazione del sito. Per maggiori informazioni su come utilizzare e gestire i cookie, consulta la nostra Informativa sui cookie. Chiudendo questa notifica acconsenti al nostro utilizzo dei cookie.
OK, ho capito