Una produzione di documentari audio commissionata dalla Galleria Civica di Modena in occasione della duplice mostra dedicata alle collezioni di fotografie e disegni della Galleria. Filo rosso dell'esposizione fotografica è l’evoluzione del ritratto: scatti d’artista e scatti agli artisti, in una selezione in grado di mostrare come il mezzo fotografico sia stato in grado di interpretare i mutamenti nella relazione fra artista e opera, ma anche in quella fra artista e pubblico. 
 

August Sander - Anton Raederscheidt, 1927 (ristampa 1978)
Negli anni in cui in Germania si compie l’ascesa del Nazismo, il fotografo August Sander decide di unirsi al Gruppo degli Artisti Progressisti e avvia un ambizioso progetto che chiama Gente del 20.mo secolo, con cui intende compilare una sorta di catalogo per immagini della società a lui contemporanea. Coni suoi ritratti è convinto di poter mettere in luce in modo oggettivo i tratti fisiognomici e le posture proprie dei diversi gruppi sociali; il suo sguardo è analitico, quasi scientifico e in aperto contrasto con le teorie sulla razza del regime nazista. Proprio per questo motivo, nel giro di pochi anni Sander entra nel mirino del partito Nazionalsocialista che ne ordina la distruzione di tutte le copie e delle lastre originali del catalogo. Delle centinaia di immagini molte vanno perdute, ma molte riescono ad arrivare sino a noi, così come lo splendido ritratto del pittore e poeta Anton Raederscheidt di cui qui in mostra troviamo una ristampa del 1978.



Arnold Newman - Max Ernst, 1942 
Newman non ha mai amato la parola ritratto, è un’etichetta riduttiva diceva; men che meno accettava di buon grado l’etichetta di ‘padre del ritratto ambientale’; ben prima di lui c’era stato Vermeer, diceva, cercando di eludere il titolo. Tuttavia le sue immagini attraversano cinquanta anni di storia della cultura mondiale e le sue fotografie ancora oggi coincidono con l’immagine che abbiamo di certi artisti, musicisti, scrittori, scienziati e politici. Sono stato fortunato - scrive - a poter fotografare il fascino, la grandezza, la fama e l’infamia talvolta.

Lucien Clergue - Pablo Picasso, s.d. 
Lo scatto di Clergue è in grado di racchiudere due aspetti differenti del soggetto ritratto: la visione privata - Picasso non è in posa, ma colto in un momento privato e presonale, mentre parla con qualcuno al di fuori del nostro campo visivo - e quella più conosciuta, l’aspetto istrionico, affabulatore, carismatico che traspare dalla sua posa.
Lucien Clergue è oggi uno dei più importanti fotografi francesi e il suo lavoro è centrale in ogni discorso che affronti la relazione fra fotografia e opera d’arte, ma la sua carriera comincia giovanissimo, non ancora diciottenne grazie a un incontro proprio con Pablo Picasso...

Uliano Lucas - Piero Manzoni, Scultura viva, 1961
Lo scatto di Lucas presentato alla Galleria Civica, non è un ritratto frontale, distaccato, ma è un’immagine nella quale il fotografo ha riunito un’unica inquadratura il compiersi dell’opera, l’opera compiuta e il soggetto che la compie; è un’immagine che da un lato coglie l’esigenza di documentazione della performance, e dall’altro diventa essa stessa opera d’arte, in quanto prova autentica (e in questo caso unica) dell’esistenza del lavoro.

Claudio Abate - Jannis Kounellis, 1969
Claudio Abate sapeva come cogliere il nuovo rapporto tra tempi e spazio delle ricerche artistiche e performative di quegli anni; si può dire che avesse iniziato dal palcoscenico, aveva lavorato per la rivista Sipario e seguito da vicino le vicende del lavoro di Carmelo Bene: sono sue ad esempio le foto di scena che lo scagionarono dall’accusa per atti osceni in luogo pubblico, turpiloquio, vilipendio e oltraggio in Cristo 63. L’opera fece chiudere il Teatro laboratorio di Bene, le foto di Abate soltanto poterono dimostrare quanto l’attore fosse estraneo ai fatti imputati.


Paolo Mussat Sartor - Alighiero Boetti, Strumento Musicale, 1970 
Ci troviamo di fronte a una realtà naturale: è incontrovertibile che una cellula si divida in due, poi in quattro e così via; che noi abbiamo due gambe, due braccia e due occhi e così via; che lo specchio raddoppi le immagini; che l’uomo abbia fondato tutta la sua esistenza su una serie di modelli binari, compresi i computer; che il linguaggio proceda per coppie di termini contrapposti… è evidente che questo concetto della coppia è uno degli elementi archetipi fondamentali della nostra cultura….

Gianfranco Gorgoni - Andy Warhol, 1972
Non mi facevo pagare, mi piaceva stare con gli artisti, ma per realizzare qualcosa di buono dovevo trascorrere almeno un'ora nello studio di un pittore, conoscerlo, osservarlo mentre lavorava; così Gianfranco Gorgoni ricorda il suo esordio di fotografo a New York. Anche la sua, come quella di molti fotografi qui in mostra è una storia di relazioni importanti, sintonie, talvolta amicizie con gli artisti ritratti...


Annie Leibovitz - Yoko Ono e John Lennon, 1980
8 dicembre 1980. New York, Upper West Side, 72esima strada. John Lennon è colpito a morte da quattro colpi di pistola d fronte al Dakota Building. Stava rientrando a casa con la moglie Yoko Ono quando Mark Chapman, venticinque anni, gli esplode contro cinque pallottole. Lo stesso 8 dicembre, qualche ora prima, Annie Leibovitz - inviata dalla rivista Rolling Stone - scatta questa foto, che inaspettatamente sarebbe diventata l'ultima immagine dell'ex Beatles e una delle più iconiche della coppia Lennon_Ono.



Carlo Fei - Richard Long, 1994
Anche in quel caso ho fatto due fotografie sole, tutte e due uguali; nel senso dell’inquadratura una più vicina e una più lonatana e ho scelto quella più lontana perchè mi dava più l’idea di spazio...ma gioca sopattutto su quello sguardo che esiste subito fra fotografo e soggetto ritratto: come quando si cammina per strada e si incrocia con lo sguardo una persona, è una fotografia che dura un attimo...può essere uno scatto, forse due forse , tre al massimo, mai di più; il ritratto per me dura cinque secondi, dieci secondi. Questo è il rapporto: l’incrociare degli sguardi di chi si fa fare la fotografia e di chi la fa. 


La musica che accompagna Galleria Audio: Realtà aumentate è pubblicata sotto Creative Commons dalle netlabel BadPanda, Lost Children, Acustronica e dal Free Music Archive.

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