Aspettando l'apertura dei nuovi spazi di Punta della Dogana (giugno 2009), Palazzo Grassi ha organizzato un ciclo di incontri aperti al pubblico dedicati all’arte contemporanea.

Il 15 gennaio c'è stato il primo incontro: protagonista Jeff Koons intervistato da Alison Gingeras e introdotto da Angela Vettese.

Jeff Koons non è certo un artista che passa inosservato; la sua fama lo precede e non c'è sua opera che passi sotto silenzio, sia che sia esposta in galleria sia che faccia da cornice alla Thanksgiving Day Parade di New York. Quotazioni da capogiro alle quali non sembra dar molto peso - la sua ultima opera è stata battuta all'asta a ventitré milioni di dollari - un esercito di assistenti che timbrano il cartellino all'entrata e all'uscita mandando a monte ogni possibile paragone con la Factory di Warhol. Opere apparentemente ruffiane che pescano dalla fiera contemporanea delle icone mass mediali e fumettistiche, un'estetica glitterata che non sfigurerebbe sulla copertina di Playboy, un'arte che parla di libido e di tensione ma che allo stesso tempo sa essere confortante.

Sorprende dunque che Koons definisca il suo lavoro piuttosto concettuale e metafisico, e sarà utile scoprire come al di là di Pamela Anderson e Cicciolina, i suoi lavori rendano merito alle avanguardie storiche, a Dalì e Picabia, alla pittura francese dell'Ottocento, a Canova e ancora più indietro a Masaccio.

L'incontro che si è svolto il 15 gennaio a Venezia, per la serie Aspettando Punta della Dogana, può essere l'occasione per chiarirsi le idee e capire meglio chi è e come lavora questo fenomeno della Pennsylvania.

Spetta ad Angela Vettese presentare Jeff Koons e il primo incontro del ciclo Aspettando Punta della Dogana. Un breve ritratto non solo cronologico; il profilo di un artista quasi mitico che ha saputo, più di altri, sfruttare le logiche del marketing per promuovere se stesso.

A seguire, Alison Gingeras - curatrice della collezione Pinault - introduce l'opera di Jeff Koons, scegliendo come oggetto di analisi la produzione degli ultimi dieci anni, a partire dalla Celebration Series fino ai lavori più recenti.

Ecco una scaletta dei temi e degli argomenti trattati durante la conversazione tra Jeff Koons e Alison Gingeras.

Prima parte

Gli anni di Koons in Italia, Venezia e la Val Gardena

Temi e iconografia della Celebration Series

Il passaggio alla dimensione monumentale delle opere e la necessità di lavorare in gruppo

Il passaggio dalle immagini singole alle costruzioni più complesse dei collage

La Easy Fun Series e l'importanza del collage nella storia dell'arte

Riferimenti espliciti alla cultura di massa e omaggi più sofisticati alle avanguardie storiche

Il collage digitalizzato di Jeff Koons

Il tema della sessualità

L'importanza dello spettatore

Jeff Koon metafisico?

Seconda parte:

La Hulk Elvis Series

Picabia, Courbet, Canova, la Venere di Willendorf

La Thanksgiving Parade e l'incontro con Dalì

Mascolinità e femminilità

La tendenza all'astrazione e il concetto di trascendenza.

L'introduzione di Angela Vettese è accompagnata da Carry Me From e So Far di Suspance Dance Delights scaricabile dalla netlabel So Healthy Music. Anche la musica che lega la prima parte dell'intervista è scaricabile dalla So Healthy Music. Si tratta delle canzoni Mini Kini e Lama Bama Dond Ding di Schaeng Pfui, dall'album Kraut Fur Alle. In aggiunta Me Likee di Eloi Brunelle.

La seconda parte invece è legata da The Natives are Restless di Don Tiki, Brilliant Pillow di Otis Fodder e da Bongo Avenger di Eric&Ryan Kilkenny, scaricabili dalla netlabel Comfort Stand.

Radio Papesse ringrazia Palazzo Grassi per averci fornito la registrazione di questo incontro.

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