Paul Vandenbroeck - Royal Museum of Fine Arts, Anversa e membro del Research Group IMMRC, KULeuven - si occupa di arte tessile nord africana dal 1991. Con una formazione da iconologo esperto di tardo medioevo olandese, è rimasto affascinato dall'arte della tessitura libica, marocchina, tunisina e il suo interesse si è concentrato in special modo sui bakhnoug, copricapo femminili in cui l'astrazione dei motivi, minuti, apparentemente asimmetrici, non decorativi, cela in verità livelli profondi e intrecciati di senso, storie che parlano di identità, strumenti di affermazione ed espressione personale. 

 

Le tessitrici erano spesso donne che vivevano in aree rurali, con bassi livelli di scolarizzazione; il silenzio critico, di un discorso analitico intorno a questi tessuti, l'incapacità di ricercatori e storici dell'arte occidentali nel decodificarne i motivi e il linguaggio ricchissimo, sono tra le ragioni per cui simili manufatti sono stati per secoli ignorati, dimenticati. Ciò nonostante, i bakhnoug sono raccolte enciclopediche di emozioni, idee, passioni, sapere, paure, massime morali e sì, di filosofia. 

 

I motivi non sono figure - non c'è simbolismo - sono piuttosto dei ganci a cui ognuno può agganciare cloud di significati. Non rappresentano il mondo ma indicano come comportarsi con gli altri nel mondo, ovviamente da una prospettiva femminile. 




Villa Romana espone, fino al 14 ottobre 2016, venticinque esemplari unici di arte tessile proveniente dalle collezioni di Paul Vandenbroeck e Renata Anna Menzel che nel corso degli ultimi due decenni, ha raccolto la più importante, ampia e significativa collezione di opere tessili di questo genere. L'intervista è stata registrata a Villa Romana ed è un'occasione per immergersi nello stupefacente e magico mondo dell'arte della tessitura. Paul Vandenbroeck parla di filosofia, di tecniche e codici tessili e della sfortuna critica che i bakhnoug tunisini e libici hanno avuto nel corso degli ultimi due secoli. 

The bakhnoug, a book, woven, Installation View, Villa Romana, 2016. Ph.© Ilan Zarantonello, OKNOstudio, Archivio Villa Romana.

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